Gianfranco Mammi è nato a Caracas (Venezuela) nel 1957 e vive a Modena. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie. Nel 2002 il suo primo romanzo "Uomini senza Mercedes" è uscito per Fernandel (www.fernandel.it). Nel 2005 Traven books (www.travenbooks.it) ha pubblicato "A perdere si fa meno fatica, storia delle mie disgrazie".
Queste letture sono state registrate il 28 dicembre 2006.
• Ascolta una_storia_del_caribe.MP3 (0:57)
La madre del Poeta era negra e beveva.
Le due cose non facevano piacere agli alti papaveri locali, anche quelli accademici, che pure apprezzavano le qualità del Poeta e lo definivano pubblicamente una "fontana intellettuale e morale".
Di pelle lui era abbastanza chiaro perché suo padre era un olandese di Aruba che alla sua nascita era subito scappato chissà dove.
Questo particolare agli accademici piaceva moltissimo. Secondo la loro mentalità aveva un non so che di tragico, che aumentava il Carisma del Poeta, come quando una donna lo lasciava.
Al Poeta l'aumento del Carisma procurava una certa gratificazione; ogni volta che aumentava, per festeggiare, mandava una cassa di rum alla madre, che abitava sulla terraferma.
La madre, in base alla dimensione della cassa e alla qualità del rum, si faceva un'idea precisa di quanto era aumentato il Carisma del Poeta.
• Ascolta storia_del_geometra_balugani.MP3 (0:15)
C'era un geometra a cui avevano ritirato la patente perché una sera, prima di uscire, aveva bevuto una mezza bottiglia di whisky o poco più; da allora andava in giro in motorino.
Quando però doveva trasportare delle damigiane lo trovava scomodo, e anche un po' pericoloso.
• Ascolta silenzio_e_ufo.MP3 (0:21)
Silenzio e ufo sono due argomenti che vanno molto d'accordo tra di loro. Gli ufo non fanno praticamente alcun rumore - al massimo qualche schizzo di luce, una scia, un po' di immateriale zig-zag; mica come quelle navicelle terrestri che probabilmente vanno a kerosene, a giudicare dal baccano.
Quanti milioni di litri contiene, uno solo dei serbatoi?
• Ascolta la_parola_sbagliata.MP3 (0:56)
Ogni momento dicevano la parola maniaco e
ogni momento dicevano la parola depressivo,
e immancabilmente si trattava della parola
sbagliata.
Thomas Bernhard
Gherpelli era un falso magro o per meglio dire un longilineo con la pancia, ma lui si era esercitato a nasconderla molto bene. Anche ad un esame approfondito lo si sarebbe detto un magro autentico.
Il continuo controllo mentale sulla pancia comportava però una serie di disturbi psicofisici di non lieve entità, che alla fine ebbero il sopravvento su di lui. Tuttavia definirlo un malato di mente sarebbe senza dubbio esagerato; si trattava più che altro di disturbi, e quindi al massimo Gherpelli poteva rientrare nella categoria dei disturbati mentali.
È comunque successo che Gherpelli, sentendosi graffiato, segnato, minato come dal di dentro di se stesso, ha finito col farsi del male anche se non avrebbe voluto, perché in fin dei conti amava particolarmente la vita.
Il fatto è che un pomeriggio d'autunno s'era reso conto, all'improvviso, che vita era la parola più sbagliata in assoluto.